Mari è il secondo centro dell'antica Siria, in ordine temporale, fonte di impertantissime informazioni storiche . Il suo immenso archivio, circa 20.000 tavolette in argilla, scritte per lo più in accadico con scrittura cuneiforme, risale al secondo periodo di splendore di Mari, a cavallo fra II e III millennio a.e.v. L'archivio di Mari fa riferimento a vicende amministrative e politiche della dinastia amorrita Lim. Gli amorrei erano tribù nomadi semitiche divise i due parti: i figli della (mano) sinistra, Banu-Simaal, cui appartenevano i Lim, e i Banu-Yamina, i figli della (mano) destra. Quando si guarda il dio-sole che nasce, cioè quando ci si "orienta", la mano sinistra indica il nord, quella destra il sud. Ancora oggi yemen significa il sud (e infatti lo stato attuale con questo nome sta a sud). I Banu-Yamina pertanto sono i Beniaminiti figli del sud, ed esistevano già a partire dal 2200 a.e.v., molto prima che il figlio di Giacobbe Beniamino e la tribù dei Beniaminiti apparissero sulla scena biblica e storica.
La città di Mari fu un importantissimo centro commerciale dell'alta Mesopotamia: la sua storia si sviluppa durante circa 2500 anni, a partire dal 2900 a e v. circa. Pare che sia stata fondata come nuovo insediamento durante l'epoca "sumerica", in cui prosperavano (e si combattevano) città-stato sumere insediate nella bassa Mesopotamia, cioè Sumer. Il controllo dell'acqua era vitale, da qui la fondazione di una città settentrionale come Mari (era posta a circa 1 km dal fiume Eufrate, al confine fra le odierne Siria e Iraq). Mari divenne anche un centro e snodo commerciale, per la sua posizione geografica. Combattè con alterne vicende contro Ebla, contro gli Assiri e contro Babilonia, ed altri regni minori. Nel XVII sec. a.e.v. il regno di Mari (e il suo grande re, Zimri-Lim) venne conquistato da Hammurapi, re di Babilonia, che si portò via l'archivio che riguardava la sua città, ma lasciò tutto il resto.