Secondo Matteo, Gesù dice: "Quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele." (Mt. 19,28).
Questo versetto lascia molto perplessi: in quel momento Gesù e i dodici apostoli sono in viaggio dalla Galilea alla Giudea, hanno attraversato il Giordano ma non sono ancora arrivati a Gerusalemme. Pertanto fra questi Dodici vi è anche Giuda, che secondo questo versetto avrà anche lui il suo trono da cui giudicherà le dodici tribù di Israele.
Se si rimane nell'ambito racconto evangelico (secondo cui Giuda consumò il tradimento e poi si impiccò per il rimorso (Mt. 27,3-5), nel quale il narratore sa come va a finire, non si capisce come Giuda possa avere un trono per sè per tutta la eternità. La cosa è impossibile.
Questo breve passaggio lascia inoltre sbalorditi per un secondo aspetto: sul trono della gloria siede unicamente il Signore (YHWH). La gloria è l’Essere Divino quando si rivela; il suo trono è il simbolo della giustizia, come è facile vedere nell'Antico Testamento:
Is. 66,1 Così dice il Signore: «Il cielo è il mio trono, la terra lo sgabello dei miei piedi.
1Re 22,19: «Michea disse: «Perciò, ascolta la parola del Signore. Io ho visto il Signore seduto sul trono; tutto l’esercito del cielo gli stava intorno, a destra e a sinistra.»
Fra l’altro i “figli dell’uomo” hanno avuto in dono la terra ma non i cieli: «I cieli sono i cieli del Signore, ma la terra l'ha data ai figli dell'uomo» (Salmo 115,16).
Infine il concetto di "rigenerazione" (palingenesi nel testo greco) è un concetto che non esiste nel mondo ebraico (non esiste proprio la parola), ma è tipico della filosofia greca (Eraclito e gli Stoici).
Non sembra quindi verosimile che Gesù abbia potuto dire quel che riporta Matteo.